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Disprassia e iter diagnostico

 Analogamente agli altri disturbi del neurosviluppo, il riconoscimento tempestivo dei sintomi disprattici permette di impostare interventi terapeutici maggiormente efficaci che favoriscono lo sviluppo delle potenzialità adattive e forniscono sostegno al carico di frustrazione che il bambino disprattico deve sopportare rispetto alle richieste dell’ambiente, costituendo quindi un importante fattore protettivo dallo sviluppo di disturbi comportamentali e psicopatologici. 

Il pediatra è sicuramente uno dei primi professionisti che monitora lo sviluppo del bambino e può formulare una tempestiva ipotesi diagnostica e un invio a chi di competenza. 
La valutazione di disprassia deve essere effettuata da un’équipe di diverse figure professionali che possa restituire un quadro articolato di sviluppo del bambino, comprensivo delle aree di fragilità, di forza e di potenzialità. 
Generalmente il primo professionista che accoglie il bambino e i suoi genitori è il neuropsichiatra infantile, un medico specializzato che si occupa di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle patologie neurologiche, neuropsicologiche e psichiatriche che possono manifestarsi durante l’infanzia e l’adolescenza. Tale figura professionale risulta di fondamentale importanza nell’iter diagnostico della disprassia, dal momento che, date le sue conoscenze mediche, è in grado di raccogliere dati importanti sulla gravidanza, il parto e lo sviluppo del bambino e di avere quindi una visione di insieme che permetterà di individuare le figure specialistiche adeguate per eventuali approfondimenti diagnostici o trattamenti abilitativi. 
Qualora siano presenti difficoltà di linguaggio, sarà coinvolto un logopedista, un professionista sanitario specializzato nella valutazione, riabilitazione, prevenzione ed educazione delle condizioni che provocano disturbi della comunicazione, del linguaggio e dell’apprendimento. Egli potrà individuare le aree della comunicazione (verbale e non verbale) immature o compromesse e aiutare il bambino e i suoi genitori a favorirne lo sviluppo. 
La valutazione delle componenti motorie dello sviluppo del bambino è generalmente affidata a un terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (spesso chiamato anche “psicomotricista”), un professionista sanitario dell’area della riabilitazione che si occupa di valutazione, abilitazione e riabilitazione delle funzioni motorie-percettive, utilizzando l’azione motoria e il corpo che agisce come strumenti privilegiati per l’intervento.
Un altro professionista che potrebbe essere coinvolto nell’iter diagnostico e terapeutico del bambino disprattico è lo psicologo dell’età evolutiva. Tale figura si occupa di valutare il livello di sviluppo intellettivo ed emotivo e fornire supporto psicologico (qualora fosse necessario) al bambino o ai genitori. 
 
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